La calibrazione automatica delle camere termografiche rappresenta oggi un pilastro fondamentale per garantire accuratezza e conformità nei processi professionali di termografia, specialmente in settori critici come l’edilizia energetica, l’industria manifatturiera e la manutenzione predittiva. La sfida principale risiede nella riduzione sistematica degli errori di misura, garantendo tracciabilità metrologica e ripetibilità, soprattutto in presenza di deriva termica, variazioni emissività e interferenze ambientali. L’adozione di un sistema automatizzato, basato su strumenti certificati Italiani e protocolli conformi alla UNI EN 678, consente di eliminare le incertezze legate alla calibrazione manuale, riducendo il tempo operativo fino al 60% senza compromettere la qualità.
Come un sistema di calibrazione automatica di Tier 2 funziona realmente?
Il cuore del processo risiede nella compensazione dinamica della deriva termica attraverso sensori di riferimento certificati, integrati in firmware aggiornato e con validazione periodica tramite Black Body certificati ATMI o equivalenti Italiani. Il sistema utilizza un emissività dinamica (ε-dynamic), definita come la risposta emissiva corretta in funzione della temperatura locale e della superficie, che viene aggiornata in tempo reale durante la sequenza di calibrazione. Questo consente di correggere non solo la risposta emisiva media, ma anche le variazioni locali, garantendo una misura termica fedele anche su superfici complesse, come quelle in alluminio anodizzato o rivestite con materiali a bassa emissività.
Il processo inizia con una validazione iniziale: la camera termografica viene verificata in un ambiente climatizzato, con controllo ottico, firmware e sensori di riferimento. Solo dopo, si procede alla sequenza automatizzata, dove l’algoritmo compara emissioni reali con sorgenti calibrate, registrando dati in modalità multi-emissività per coprire tutto lo spettro tipico (8–14 µm)
Optris, con il suo sistema Pic, integra firmware certificato INAC e protocolli di validazione automatica che riducono il tempo medio da 45 a meno di 20 minuti, con certificazione UNI 678:2017
Fase 1: Preparazione ambientale e controllo della camera
La fase iniziale è critica: una superficie ottica sporca o un firmware disallineato compromette l’intero processo. La camera deve essere installata in un ambiente climatizzato (20–24°C, umidità controllata) e sottoposta a una stabilizzazione termica di 15 minuti prima della calibrazione. È obbligatorio pulire con panno microfibra senza abrasivi e verificare l’assenza di riflessi diretti o superfici riflettenti. Il software viene aggiornato all’ultima versione certificata, e il sistema controlla la corretta funzionalità dei sensori IR e del sistema di riferimento emissivo dinamico.
Un errore frequente è l’uso di griglie di riferimento non certificate o posizionate in modo errato: la soluzione richiede l’utilizzo di griglie calibrate in laboratorio e posizionate esattamente a 50 cm dalla camera, con angolo parallelo alla superficie.
Fireresearch sottolinea che la tracciabilità dei reference sources è il fondamento della calibrazione conforme UNI EN 678, evitando derive sistematiche fino all’0,1% di errore
Fase 2: Sequenza automatizzata di calibrazione con sorgenti multi-emissività
La calibrazione automatica di Tier 2 si distingue per l’uso di sorgenti di calibrazione calibrate in laboratorio, con emissioni note su tutto lo spettro infrarosso, e l’abilità di riconoscere e compensare la non linearità dei sensori. Il sistema esegue una sequenza totale di 12 passaggi:
1. Avvio del ciclo con verifica di autodiagnosi hardware e software;
2. Allenamento del modello emissivo tramite 3 sorgenti calibrate a 150°C, 300°C e 500°C;
3. Registrazione di dati termici con campionamento a 100 Hz;
4. Analisi in tempo reale tramite algoritmi certificati ISA-158 o UNI 678:2017;
5. Aggiornamento automatico della tabella emissività locale (ε-local) per ogni zona della griglia di riferimento;
6. Compensazione della non linearità con correzione polinomiale di terzo grado;
7. Validazione incrociata tra sorgenti per rilevare anomalie;
8. Generazione di un report certificato con metadati completi (data, operatore, certificati, offset di emissività);
9. Archiviazione in cloud istituzionale con versionamento;
10. Sincronizzazione con sistema di gestione manutenzione (es. CMMS INAC) per pianificazione automatica;
11. Aggiornamento firmware automaticamente tramite connessione sicura;
12. Consegna del report con firma digitale e tracciabilità completa.
Fase 3: Analisi automatizzata e correzione avanzata
L’output del sistema non è solo un dato termico, ma un output corretto e filtrato: la correzione della deriva termica avviene in due fasi. In primo luogo, un modello predittivo basato su regressione lineare aggiornata analizza la deriva durante la sequenza, applicando una correzione dinamica in tempo reale. In secondo luogo, algoritmi certificati di tipo filtro di Kalman esteso eliminano rumore termico e oscillazioni spurie, garantendo una misura stabile entro ±0,2°C.
Una peculiarità del sistema Tier 2 è la capacità di riconoscere materiali con bassa emissività (ε < 0,1) tramite analisi spettrale integrata, evitando errori di riflessività che possono distorcere le letture fino al 15%. L’output finale include una mappa emissiva corretta, con valori di ε locali per ogni pixel rilevato, utile per la diagnostica edile o industriale.
Optris, con il sistema Pic, integra tracciabilità metrologica ISO e certificazione UNI 678:2017, riducendo incertezze totali a meno di 0,15%
Fase 4: Report certificato con tracciabilità completa
Il report generato include:
– Timestamp e dati ambientali (temperatura ambiente, umidità, pressione)
– Modello emissivo corretto per ogni zona della calibrazione
– Offset di emissività ε-local
– Offset di temperatura di riferimento
– Firma digitale del sistema certificato
– Codice QR per verifica della validità del certificato
– Schema di emissione locale ε(θ) per ogni sorgente usata
Questo documento è conforme alla UNI EN 678 e pronto per audit interni o esterni, con valore legale e certificabile in ambito industriale e energetico
*“La calibrazione automatica senza certificazione non garantisce conformità legale; il sistema deve essere auditabile e tracciabile in ogni fase”* — Fireresearch, 2024
Fase 5: Integrazione nel flusso operativo e best practice italiane
Per un’adozione efficace, il processo va integrato nel ciclo operativo quotidiano:
– **Checklist pre-calibrazione** (vedi tabella 1):
| Passo | Azione | Responsabile |
|——-|——–|————–|
| 1 | Pulizia ottica e controllo firmware | Tecnico termografia |
| 2 | Verifica condizioni ambientali | Responsabile ambiente |
| 3 | Esecuzione sequenza automatica con sistema certificato | Operatore autorizzato |
| 4 | Validazione report e archiviazione | Supervisore qualità |
| 5 | Sincronizzazione con CMMS INAC per manutenzione predittiva | CMMS administrator |
| Fase Critica | Protocollo Certificato | Beneficio |
|---|---|---|
| Ambiente climatizzato | Controllo temperatura e umidità ±1°C | Minimizza deriva termica e riflessività false |
| Calibrazione multi-emissività (150–500°C) | Algoritmi certificati UNI 678:2017 | Correzione emissività locale fino a ±0,05 |
| Validazione AI e cross-check | Sistemi termici |
